Nuovo colpo all'economia statunitense inflitto dal coronavirus nello scorso mese. In particolare, le buste paga del settore non agricolo statunitense del mese di aprile sono crollate di 20,5 milioni di unità, facendo salire il tasso di disoccupazione al 14,7%, il dato più alto dalla seconda guerra mondiale e nettamente superiore al 10% della scorsa crisi finanziaria.

Questi dati sono relativi ad aprile e da allora le domande di sussidio di disoccupazione è rimasto più alto delle attese, facendo presagire un nuovo aumento del tasso di disoccupazione in futuro.

La situazione negli USA

“Gli Stati Uniti sono il paese con il più alto  asso di contagio e di decessi causati dal Covid-19 a livello mondiale”, spiega Stéphane Monier, Chief Investment Officer, Banque Lombard Odier & Cie SA, ma “paradossalmente, il Paese si sta preparando a riaprire l'economia (mantenendo le scuole chiuse) con poche infrastrutture mediche per gestire le strategie test-and-trace messe in atto dalle altre nazioni che escono dall'isolamento”.

“Meno di un quarto degli adulti con un reddito basso intervistati dal Pew Research Center ha dichiarato di avere fondi sufficienti per sopravvivere senza ricevere lo stipendio per tre mesi e il 52% ha dichiarato di aver perso il lavoro o di aver subito una riduzione dello stipendio durante la pandemia”, aggiunge l'esperto.

“Fortunatamente, le azioni messe in campo dal governo per affrontare la pandemia sono state quelle dalla maggior portata e quelle implementate più rapidamente rispetto a qualsiasi altra economia, e sembrano essere particolarmente incisive rispetto alla risposta più frammentaria vista in Europa”, sottolinea Monier.

Grande potere monetario e fiscale

La Federal Reserve ha affermato di voler lasciare bassi i tassi di interesse e che ci sarà un continuo afflusso del credito, impegnandosi a raggiungere i più alti livelli di coordinamento fiscale e monetario visti fino ad ora.

“Questo è il momento di mettere in atto il grande potere fiscale degli Stati Uniti per fare tutto il possibile per sostenere l'economia”, ha dichiarato il presidente della Fed Jerome Powell in una conferenza stampa del 29 aprile. Attualmente le misure fiscali ammontano a 2,5 trilioni di dollari, l'equivalente di oltre il 12% del prodotto interno lordo.

“Tale somma sembra del tutto giustificata”, ritiene Monier, in quanto “nei primi tre mesi dell'anno il PIL statunitense è sceso ad un tasso annuo del 4,8%, fattore che è dipeso principalmente da un calo del 7,6% dei consumi nello stesso periodo, ovvero la flessione più pronunciata dalla crisi del 1980. La scorsa settimana, il numero di disoccupati ha raggiunto i 30 milioni, il più alto livello toccato dai tempi della Grande Depressione.”.

Alla luce del dato di oggi sulla disoccupazione, “se non fosse stato per il sostegno monetario e fiscale senza precedenti, queste cifre avrebbero potuto essere ancora più elevate e i dati del secondo trimestre forniranno maggiore chiarezza”, conclude Monier.